Il profumo di Abu Dhabi, composto dalla profumiera Mylène Arlan, ha un ospite d'onore: il dattero. Questo frutto saporito, emblematico dell'oasi di Al Aïn, patrimonio culturale e vegetale emiratino, conferisce alla fragranza il suo carattere delicatamente generoso e avvolgente. Abu Dhabi evoca la dolce ondulazione di una palma e la carezza di un tessuto, quello dell'al Sadu, tecnica di tessitura tradizionale beduina, che adorna il flacone. A proposito del flacone: Il Flacone di Abu Dhabi si ispira ai motivi Al-Sadu, la tecnica tradizionale di tessitura emiratina. Il profumo è frutto di felici incontri, di un equilibrio sereno tra mare e deserto. È il frutto semplicemente. Il prezioso dattero. Saporito, dolce, generoso. Anche la prugna, il suo calore salato. Porta in sé l'ondulazione dolce di una duna, di un flusso. Il suo nome, levigato dalle sabbie di Al Wahtba, dal Golfo Arabico, arrotondato come il paesaggio del parco nazionale delle mangrovie. Nell'aria della sera, viene a salutare il riflesso di ambra e zafferano di un gigante di vetro che brilla sulla superficie dell'acqua. O è la visione sognata di un flacone di profumo che appare lì? Abu Dhabi, il suo nome oscilla in due tempi, si dondola al ritmo di una palma, nell'oasi di Al Aïn, dove lo accolgono anche la freschezza aromatica del cardamomo e l'ampiezza legnosa del vetiver. Il segreto del suo pendolo interiore: essere tutto insieme votato agli slanci del presente e tessuto di eternità, come il Sadu, questo tessuto artigianale tradizionale degli emirati, i cui motivi si animano di mille storie condivise. Un Sadu, come quello che viene a vestire il flacone del profumo Abu Dhabi, perché è proprio il suo splendore che si è rivelato lì, nella baia.