Considerando il profumo come l'espressione artistica di una scienza, Pierre Guillaume compone da autodidatta da un decennio una profumeria sincera e generosa, nei suoi laboratori a Clermont. Gli piace pensare che il profumo sia un esaltatore di sé e prende le sue ispirazioni creative da riferimenti culturali spesso presi in prestito dalla pittura e dalla fotografia.

Qual è il tuo motto?

Pierre: "Sbrigati lentamente" Quando inizi a comporre i tuoi profumi capisci presto che la pazienza è una virtù fondamentale: potresti dover concedere parecchie settimane di macerazione per tutte le reazioni tra gli ingredienti e per essere in grado di giudicare l'effettiva resa di una formula prima di finalizzarla o modificarla."

Qual è il tuo più antico ricordo olfattivo?

Pierre: "Non sorprende che il mio ricordo più antico e più chiaro sia" Silences "di Jacomo, uno dei primi profumi di mia madre, una sorta di giacinto cipriato punteggiato da una vibrazione di sandalo: un elegante floreale verde composto in 1978."

Cosa ti ha fatto venir voglia di creare profumi?

Pierre: "Penso che sia stata la vita a decidere per me, non mi sono appena svegliato una mattina dicendomi che sarei diventato un compositore di profumi, i pericoli della vita e gli incontri che ho fatto hanno guidato i miei passi verso questa professione, nata dalla mia carriera iniziale come chimico e formatore industriale nella nostra attività familiare, unita al mio personale interesse per i profumi, credo che alla fine sia il modo più logico e razionale per esprimere la mia vena artistica applicando la mia formazione scientifica".

Quali sono le tue ispirazioni?

Pierre: "Il mio approccio è completamente sinestesico: ogni nuova creazione è iniziata dal desiderio di dare una forma olfattiva a qualcosa di visivo, che si tratti di pittura, foto o film: il modo in cui assemblo le note rende gli ingredienti analoghi a colori, soggetti, luce e ombre: armonizzo gli accordi di profumo in base alle atmosfere che desidero iniettare nelle composizioni: dall'acquerello all'impressionismo passando per l'astrattismo.Il processo non è mai premeditato ma piuttosto qualcosa che avviene naturalmente quando mi trovo di fronte a un lavoro visivo e divento consapevole della possibilità di darle una narrativa olfattiva: ad esempio, posso dare una resa olfattiva della pelle salata, aggiungere un tocco di legni alla nota di un albero di fico, o fare il bagno in una luce fredda con la composizione di "Bois Naufragé 16.1" è il mio rendering olfattivo della fotografia Nu au Bois Flotté di Lucien Clergue."

Qual è la storia del tuo ultimo profumo, "Neroli Ad Astra"?

Pierre: "Mi sono imbattuto in una serie di fotografie di fiori di agave che salivano verso il cielo e aranci in contrasto con un cielo blu saturo, che mi ha dato l'idea di una fusione floreale luminosa e aerea Neroli Ad Astra esprime la mia visione di una freschezza floreale mescolato con la luminosità astrale, la forza delle piante che raggiungono il cielo come se volessero raggiungere un ipotetico giardino celeste".